Il fumetto ha una sua architettura “fissa”. La struttura dei fumetti, l’ossatura, è naturalmente il soggetto. La storia deve avere un inizio, uno sviluppo (il più interessante possibile) e una fine.
L’inizio e la fine devono essere coerenti sia con il corpo del soggetto sia l’uno con l’altra. Una storia si compone di un numero variabile di tavole (in genere non più di 20, ma ci sono molte eccezioni), a loro volta formate da un assieme di vignette (o frames).
La tavola classica prevede da 4 a 6 vignette,
ma per i fumetti “importanti” la tavola può arrivare a 10 vignette, divise su 4 strisce.
Alcuni dei fumetti classici italiani di soggetto fantasy/giallo (Diabolik, Kriminal, Satanik, Alan Ford, e sim.) offrono “mini-tavole” a due vignette ciascuna per formati tascabili.
Il tipo di disegno varia a seconda del target, cioè dell’età del pubblico a cui è destinato. Ai suoi albori, come ho già detto, il fumetto era rivolto essenzialmente ai bambini, ma a poco a poco si sono affermati generi avventurosi, polizieschi, satirici, ecc., con l’allargarsi del pubblico di fruitori agli adulti.